(Last Updated On: 21 Maggio 2018)

Donne e Sport: dalla storia alla fisiologia, dall’allenamento alla psicologia.

Il primo articolo della “Carta dei principi dello sport per tutti” (dicembre 2002) recita:

“Praticare lo sport è un diritto dei cittadini di tutte le età e categorie sociali”

 

Un po’ di storia…

 

Sicuramente le cose erano ben diverse all’inizio, vediamo come…

Durante gran parte della storia antica e moderna la figura della donna è spesso passata in secondo piano.

Le Olimpiadi antiche (776 a.C. – 393 d.C.), erano aperte esclusivamente a cittadini di sesso maschile; le donne non potevano né assistere alle gare né tantomeno parteciparvi.

La leggenda vuole che per evitare inganni, gli atleti gareggiassero completamente nudi!

Maria Aiello nel suo “Viaggio nello sport attraverso i secoli” (Ed. Felice Le Monnier, Firenze 2004) scrive:

” A titolo di curiosità, possiamo ricordare un aneddoto: dopo che una madre era riuscita ad assistere alla competizione del figlio travestendosi da uomo e facendosi passare per allenatore, fu imposto anche agli allenatori di assistere alle gare nudi.[” 

Negli anni successivi, le donne continuarono a partecipare a qualche gara in forma non ufficiale, finché nel 1920 (Anversa), dopo la prima Guerra Mondiale ad Anversa furono ammesse ufficialmente alle gare e nel 1928 (Amsterdam) poterono partecipare alle competizioni di atletica leggera.

Una storia curiosa è quella di Kathrine Switzer, che per partecipare alla Maratona di Boston del 1967, si dovette iscrivere sotto falso nome e mascherare da uomo, in quanto la corsa di endurance non era ancora ritenuta adatta alle donne!

E LA FISIOLOGIA COSA CI DICE?

 

9 differenze fisiologiche Donna – Uomo:

 

Le donne hanno diverse funzioni vitali da svolgere rispetto ad un uomo, come ad esempio accogliere un figlio in grembo. Bisogna tenere conto anche di sostanziali diversità fisiche e fisiologiche rispetto all’uomo (da Gianfelici – Faina, 2008); ne abbiamo evidenziate 9:

  1. Le donne hanno peso specifico inferiore
  2. Baricentro più basso di 1-2 cm
  3. Trattengono maggiori quantità d’acqua
  4. Presentano maggiore lassità del tessuto connettivo, con migliore mobilità articolare
  5. La quantità di emoglobina e globuli rossi è inferiore
  6. Capacità aerobiche, anaerobiche e Vo2max più basse rispetto all’uomo
  7. Usano maggiori quantità di grassi per costruire energia
  8. Sono più soggette a sbalzi termici
  9. La forza massima e rapida è minore rispetto all’uomo, con una significativa differenza tra arti inferiori più performanti e superiori maggiormente deboli .

Detto ciò….

 

Come si allena una Donna?

 

Le Donne stesse ed i loro allenatori devono sicuramente considerare alcuni parametri fondamentali nella programmazione dell’allenamento.

Un aspetto fondamentale riguarda la fase ormonale in cui ci si allena:

  1. Fase di “Ciclo mestruale”: dura 4-5 giorni, in questa fase le risposte agli stimoli derivanti dagli allenamenti sono molto diversi da donna a donna, ecco perché l’importanza del coaching su campo , dove l’allenatore deve essere bravo a valutare lo stato psico-fisico della stessa e quindi a personalizzare il lavoro da svolgere. Non esistono statistiche certe, ma numerose ricerche evidenziano come il 40% delle atlete che si allenano almeno 6 volte alla settimana sperimentino modifiche o interruzioni del ciclo mestruale (amenorrea).
  2. Fase proliferativa: ha una durata di circa 10 giorni, con grande produzione di estrogeno (ormone steroideo). Qui si può spingere sull’acceleratore per quanto riguarda il carico allenante (sia in termini di volume che di intensità).
  3. Fase luteinica: durata di 10-14 giorni, con grande produzione di progesterone (altro ormone steroideo). Questa è la fase più critica, in cui alcune donne stanno bene fino all’arrivo del ciclo mestruale, altre invece manifestano disturbi sull’umore, sulla dieta (ad esempio una voglia sfrenata di dolci), pancia gonfia, etc. Quindi anche in questa fase bisogna strutturare allenamenti mirati e attenti: ascoltare ed intuire i feedback, i segnali diretti e indiretti.

 

Psicologia femminile e sport…

 

…. LA DONNA: NON SOLO FISICO MA ANCHE TESTA

Il professor Antonio Federico (Professore Ordinario di Neurologia presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche, Università di Siena), nonostante  il cervello femminile sia più piccolo di circa l’8% rispetto a quello maschile, sostiene che questo sia in grado di offrire maggiori performance rispetto a quello maschile!

Le donne utilizzano in maniera dominante il lobo frontale, area legata ai processi decisionali, molto connessa alle cosiddette aree “limbiche”, sede dell’emotività, mentre l’uomo è tendenzialmente portato a coinvolgere, nel processo di ragionamento, una zona più vasta di corteccia.

Il processo decisionale delle donne è quindi influenzato dall’area emozionale in misura maggiore rispetto a quello degli uomini, che tendono ad elaborare la realtà basandosi soprattutto sulla componente razionale, logica e rigidamente lineare. al contrario la donna utilizza in misura maggiore l’emisfero destro che permette di compiere operazioni mentali in parallelo.

Secondo diversi studi (Bal Filoramo, 2001; Brown, Frankel, e Fennell, 1989; Vaughter, Sadh, e Vozzola, 1994) emergono caratteristiche che vengono interpretate come specifiche del sesso femminile, quali la tendenza ad attribuire a variabili esterne i successi ed alla propria responsabilità gli insuccessi ed a spostare dunque il “locus of control” a seconda dei risultati raggiunti.

 

In conclusione ….

 

Come per qualsiasi sportivo, uomo o donna che sia, agonista o meno, professionista o amatore; la costanza, il lavoro e la forte determinazione sono componenti fondamentali per la buona riuscita nello sport e nella vita di tutti i giorni!  Tenendo in considerazione gli aspetti fisiologici e mentali di cui abbiamo parlato in questo articolo e  credendo in se stesse si arriva ovunque!!!

Nel corso dei secoli la condizione della donna è andata verso enormi miglioramenti.

Sovente però vi è una concezione ancora misogina della donna nello sport. Non aiutano alcuni canoni estetici che talvolta portano a pensare che la donna, nella vita di tutti i giorni, debba fare sport ai soli fini estetici e non prestazionali e agonistici.

Noi crediamo che questo crei un forte ed ingiustificato disagio a numerose persone di sesso femminile, che sentendosi sminuite, non credono fino in fondo nelle proprie potenzialità e nei risultati a cui potrebbero arrivare con il giusto allenamento ed impegno.

Fondamentale è un contesto culturale generale e dello sport che appoggi veramente la libera scelta di poter praticare attività fisica in totale libertà e per raggiungere i propri obiettivi giorno per giorno; senza preclusione di età, sesso o categoria sociale!

Quindi… FORZA DONNE!

We Can Do It!, poster di J. Howard Miller del 1943 ispirato a Rosie the Riveter

 

– Lo staff –